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La mia Filosofia

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La mia filosofia

L’obiettivo principale delle mie lezioni è trasmettere l’amore per la musica, la serietà metodologica di studio, la costanza nel portare avanti obiettivi consolidati. Solo da qui si può partire per acquisire una conoscenza dettagliata dello strumento, che non è mai mero tecnicismo ma vera e propria passione. 

Per fare questo gli alunni debbono avere la capacità di interpretare la realtà, i fatti, e sapere dare risposte immediate ai nodi che la vita propone di sciogliere.

Lo studio della musica educa l’alunno al sentimento del dovere, della perseveranza, della collaborazione con gli altri musicisti, al sapere affrontare le frustrazioni degli errori e andare avanti senza perdere la concentrazione. 

I miei alunni devono essere capaci di essere ascoltare, accogliere e mettere in pratica le proposte l’insegnante. Allo stesso modo devono essere capaci di saper consigliare i compagni di studio. In questo modo si richiede che tutti siano coscienti del fatto che l’insegnante sta lavorando per il bene di ciascuno e che ogni alunno è importante non solo per se stesso ma per l’intera comunità. La figura del musicista che intendo accompagnare nella sua personale crescita, è quello di un attivo organizzatore della sua vita, domatore di sé e orientatore positivo degli altri. L’obiettivo del percorso di studi, da me coordinato, è quello di formare un alunno lieto, cordiale, alacre, capace di lottare per ottenere i risultati che vuole raggiungere, capace di costruire saperi da condividere con gli altri, capace di suonare con profonda coscienza di sé e dello strumento, ma anche capace di vivere e amare la vita.

Ogni mio alunno, prendendo coscienza di se attraverso la tromba, non potrà che essere felice e orgoglioso, non solo nel futuro, ma in ogni giorno presente della sua vita.

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Metodo didattico: come non ne userò nessuno o come li userò tutti a seconda di chi ho di fronte.

Quando si parla di metodo di insegnamento si fanno sempre dei riferimenti a delle “scuole”, a dei filoni ai quali appoggiarsi a livello didattico. Spesso oggi assistiamo ad un’ipertrofia del sillogismo che ci porta ad agire secondo schemi matematici anche quando ci relazioniamo con esseri umani, senza tenere conto delle singole peculiarità e contingenze.

Insegno musica, in particolare lo strumento della tromba, da quando avevo 12 anni, mentre ero ancora dentro la Banda musicale del mio paese, e tutto ciò che ho appreso in campo didattico sia pratico (da insegnante e da allievo) che a livello teorico, l’ho sintetizzato nel mio essere attuale. Ciò che l’esperienza mi detta è il fatto di rimanere modellabile a seconda delle persone che ho di fronte e del momento emozionale particolare della loro vita. Questo mi ha portato ad acuire la mia empatia e quindi a progettare un programma di studi adatto all’alunno, ma che rimane comunque variabile a seconda delle circostanze contingenti.

Non ci sono mezzi buoni e mezzi cattivi per imparare qualcosa. Nessun metodo è escluso e può darsi che con una stessa persona adotti metodi differenti a seconda delle circostanze. Seguo la logica dialettica. Il mio lavoro si basa su una serie ininterrotta di operazioni, più o meno lunghe, che a volte occupano lo spazio temporale di alcuni anni. Durante la mia esperienza non vi sono mai stati casi uguali di alunni, simili problematiche sicuramente, ma che ho affrontato con tempi e modi sempre differenti e creativi. 

Un punto di forza efficace per tutti è la chiarezza nell’azione e nello stabilire un obiettivo a lungo termine al quale arrivare con degli obiettivi intermedi.

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